Parole e … Storie di adozioni

In questa pagina troverete le nostre recensioni ai libri a tema adozione che abbiamo letto e che vogliamo consigliarvi. Troverete proposte di letture di vario genere che parlano, in diversi modi, di adozione. Sono letture a cui teniamo perché ci sono state utili o perché ci hanno particolarmente colpito, emozionato. Passeremo dai libri appartenenti al genere del “diario”, ossia storie vere che raccontano il percorso adottivo dal punto di vista dei GENITORI, ai romanzi, storie di invenzione, quindi, ma non per questo meno vere, alle fiabe, create dagli autori, spesso genitori adottivi, per iniziare a raccontare al proprio bambino la sua storia e le sue origini. Buona lettura!

Per sempre o per molto, molto tempo

Il primo libro che vi proponiamo è il romanzo di Caela Carter “Per sempre o per molto, molto tempo”, edito da Mondadori nel 2017.
In questo romanzo la voce narrante è quella di una bambina, Flora, che, dopo essere passata, con il fratello Julian, da una famiglia affidataria all’altra, viene infine adottata.
Flora sa di avere finalmente trovato la sua PERSONA (mamma è il nome con cui ha chiamato troppe donne che sono passate nella sua vita e che poi se ne sono andate, mentre Persona ha promesso di esserci PER SEMPRE), ma è comunque difficile vincere la prova della fiducia nella sua nuova famiglia. Ancora più difficile è affrontare la sfida più grande di tutte, quella dell’accettazione della propria storia e delle proprie origini, soprattutto quando si è convinti di non essere mai nati…
A questo punto inizia la missione di Persona: quella di aiutare i fratellini Flora e Julian a ripercorrere a ritroso la strada che li ha portati fino a lei e così ricucire la loro storia spezzata.
Il libro è adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su, ma è godibilissimo anche per un adulto.
Sara lo consiglia a chi vuole provare ad entrare nella testa e nel cuore di un preadolescente che spesso non riesce a trovare le parole per raccontare le proprie emozioni.
Questo romanzo ci aiuta anche a riflettere sul significato di “famiglia”, in tutte le sue accezioni: perché le famiglie non sempre sono quelle in cui si è nati, a volte possono separarsi, ma sono sempre quelle in cui si impara a coltivare affetti e relazioni.

Bibo nel paese degli specchi

“Bibo nel paese degli specchi” è un bellissimo racconto che parla di un bimbo di nome Bibo e di due adulti, desiderosi di donargli tutto il loro amore.
Immaginate tantissimi mondi separati da porte che a volte sono chiuse a chiave ed altre solo accostate.
Sia Bibo che i due adulti hanno il desiderio di trovare “qualcosa” che li aiuti a non sentirsi più soli e questo lo realizzano nel momento in cui si incontrano per la prima volta. Inizia così il loro viaggio insieme, visitando tantissimi altri mondi: il paese dei giochi giocati oppure quello delle coccole. Un giorno visitano il paese degli specchi e qui, Bibo, scopre che lui è blu, mentre i due adulti sono arancioni. E questo lo porterà a porsi tantissime domande.
Questo racconto consigliato da Jolanda, per bimbi nella fascia di età dei 3/5 anni, è un’ottima base per spiegare al proprio figlio adottivo la sua storia, il suo passato, le origini.
(il libro ci risulta attualmente non disponibile all’acquisto on-line, ma è comunque facile trovarlo in una biblioteca per ragazzi!)

L’ Arminuta

“L’ Arminuta”, di Donatella di Pietrantonio, è la storia di una bambina dal tragico destino che la vede protagonista di un duplice abbandono: nata in una famiglia disagiata con poche risorse economiche viene ceduta dopo la nascita agli zii che sembrano non potere avere figli.
Nella nuova famiglia la vita scorre lieta e impara cos’è la cura e l’amore dei genitori. Lei, la donna che l’ha voluta amare, diventa l’unica figura che risponde al nome di “madre”, il punto di riferimento, l’inizio e la fine di ogni cosa….
All’età di 13 anni però succede qualcosa che sconvolgerà il suo futuro: la madre sta male e non può più tenerla con sé, deve tornare alla famiglia natale.
Strappata al suo nido trova un luogo a lei sconosciuto e sinistro, intorno persone ed abitudini estranee, con il pensiero sempre rivolto al motivo di questa scelta. Ora ha l’altra madre davanti e non senza difficoltà cerca di adattarsi al suo nuovo ruolo di sorella di due ragazzi adulti in una situazione di povertà e rassegnata miseria.
La chiamavano “l’Arminuta” (la ritornata), quella abituata agli agi, non sa far nulla in casa, è solo un impiccio…. e la nuova madre, così severa e distaccata, un po’ per senso di colpa e un po’ per proteggerla dal padre, cerca di trovarle un ruolo che le permetta di giustificare il suo ritorno.
L’unico faro per lei sembra essere la sorella più piccola, Adriana, lei, “come un fiore improbabile, cresciuta su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia”, con la sua schietta irruenza, l’ accompagna nel suo cammino alla scoperta di quel “perché” che metterà a tacere quel grande peso sul cuore.
Non ci sono colpe…. Se non quello di cercare di fare del proprio meglio per affrontare gli scherzi della sorte.
Questo libro, adatto agli adulti, è consigliato da Sabrina.

 Due figlie e altri animali feroci

Forse non tutti sanno che Leo Ortolani, autore di successo del fumetto umoristico Rat-Man, è anche genitore adottivo di due bambine provenienti dalla Colombia.
Con il suo stile inconfondibile, sempre irriverente e sarcastico, nel libro “Due figlie e altri animali feroci – Diario di un’adozione internazionale” Ortolani ci invita a ripercorrere assieme a lui il viaggio che, insieme alla moglie Caterina, ha compiuto per formare la sua famiglia.
Il racconto è molto divertente, anche se spesso tragicomico, come può ben immaginare chi ha già affrontato o sta affrontando il percorso adottivo.
Sara lo consiglia a chi è “in attesa” di incontrare il suo bambino, in particolare a chi adotterà attraverso l’adozione internazionale: sicuramente in Leo e Cate riconoscerete voi stessi, e il confrontarvi con chi ci è già passato vi aiuterà a non sentirvi da soli in questo viaggio, e a rassicurarvi che, per quante difficoltà si possano incontrare in questo percorso, ne varrà davvero la pena.

Guarda le stelle

Pensa a un sacco di cose: al freddo, alle stelle, alle notti lunghissime, ai giorni passati ad aspettare… Mille? Duemila? Un milione? Pensa alla casa, alla strada che corre come un filo di seta e al cui termine, oltre il cielo, c’è il mondo.
Il libro che oggi vi proponiamo si intitola “Guarda le stelle”, edizioni del Borgo, scritto da Gabriele Clima e con le bellissime illustrazioni di Pia Valentinis e Mario Onnis, ed è stato pubblicato con il patrocinio di Italia Adozioni nel 2016.
È un libro dolcissimo che aiuta a spiegare il tempo dell’attesa, che c’è sia per i genitori che aspettano la chiamata da parte del tribunale o dell’Ente, che per i bambini che aspettano che la stella più luminosa del cielo li venga a prendere così da essere Famiglia.
Simona lo consiglia ai bambini dai 6 anni in su che abbiano già la consapevolezza del loro essere figli adottivi.

Tell me about the night I was born

 

“Tell me about the night I was born” di Jemie Lee-Curtis è un libro per bambini nella fascia di età dei 3/5 anni. Il libro è acquistabile on line solo nella lingua originale (inglese), non essendo stato tradotto e commercializzato in Italia, ma si tratta di una lettura piuttosto facile per chi ha un po’ di dimestichezza con questa lingua.
Si tratta di una favola molto tenera, dove l’adozione è raccontata con estrema semplicità e sincerità, senza metafore, per voce di una bambina che chiede ai genitori di raccontargli nuovamente della notte in cui è nata. In realtà è la bambina stessa a ripercorrere la storia della sua nascita e del suo arrivo in famiglia, dimostrando di conoscerla a memoria.
Sara lo consiglia a chi ha adottato un bambino molto piccolo attraverso l’adozione nazionale. Sebbene ci siano molte differenze fra l’Italia e l’America nelle procedure adottive, in questa storia ci sono molto spunti interessanti che possono aiutare il bimbo piccolo a capire di avere una storia speciale alle spalle ed il genitore ad introdurre la parola adozione nei racconti di famiglia.

Figlia del Gange

“Figlia del Gange” è il racconto che Asha fa sul suo viaggio in India, la sua terra nativa.
Asha è stata abbandonata da piccola e ha vissuto i suoi primi sei anni in due orfanotrofi in India per poi essere adottata da due genitori
spagnoli.
Cresce bene, studia, si diploma in conservatorio e vive con la sua famiglia un rapporto di reciproco amore e rispetto.
All’età di ventisette anni, Asha sente il bisogno di colmare quel vuoto che porta con se da sempre e per farlo torna nel suo paese nativo alla ricerca delle sue origini.
Romina consiglia la lettura di questo libro a tutte le persone che sono coinvolte in un’esperienza adottiva ed in particolare ai genitori adottivi come aiuto a comprendere meglio i sentimenti che potrebbe provare il loro bambino diventato adulto, accompagnandolo emotivamente nella ricerca di quei pezzi mancanti.

Storie di figli adottivi

Quando si parla di adozione, la maggior parte delle volte lo si fa dal punto di vista della coppia: perché hanno deciso di intraprendere il percorso dell’adozione, perché hanno scelto tale ente, come hanno “ammazzato” il tempo dell’attesa, cosa hanno provato nel momento abbinamento, durante il viaggio ed al primo incontro con loro figlio.
Invece, questo libro parla dell’adozione dal punto di vista dei protagonisti, ovvero i figli adottivi: le loro aspettative, i loro desideri, le loro paure, i sogni, le difficoltà che hanno dovuto affrontare, il rapporto con i nuovi genitori, la ricerca delle origini ecc.
Un libro molto interessante che può dare spunti ottimi non solo ai genitori adottivi, ma anche alla scuola, alla famiglia ed agli amici che condividono questa realtà con tantissime famiglie adottive.
Consigliato da Jolanda.

Adozione. Una famiglia che nasce

Quando si parla di adozione a volte si sottovaluta l’impatto che questa ha nella famiglia allargata dove anche nonni zii e cugini accolgono il nuovo membro, senza però aver avuto tutto l’iter per il raggiungimento all’idoneità, dove psicologi e assistenti sociali investigano e supportano la coppia.
Ci sono poi varie associazioni dove appoggiarsi, ma per voi nonni solo negli ultimi anni si è capito l’importanza del vostro ruolo.
E così ecco che Simona vi consiglia la lettura di questo libro “Adozione …una famiglia che nasce” di Francesca Mineo, edizioni San Paolo.
Di facile lettura, affronta le dinamiche che si incontreranno dall’annuncio da parte dei vostri figli, alle domande che vi verranno da porre e, perché no, anche quelle da non fare.
Cari nonni sarete chiamati a sorreggere i vostri figli, che nell’attesa sono “un po’ fuori di testa”, e quando incontrerete il vostro nipotino sappiate che dovrete rispondere a domande curiose e difficili perché sarete famiglia.
Buona lettura nonni.

C’era una mamma, c’era un papà

Un altro bel libro dedicato ai bambini dai 3 ai 5 anni, adottati e non, è “C’era una mamma, c’era un papà”.
In questa favola, semplice ed efficace, i protagonisti sono una mamma ed un papà che hanno davvero tutto… tranne dei bambini!
E mentre si interrogano sul perchè, la vicina di casa gli insegnerà a “pescare”, lanciando fili colorati in tutto il mondo ai quali si attaccheranno i loro “tesori”.
Sara lo consiglia per spiegare ai bambini, anche non adottati, l’adozione internazionale.

Le parole per dirlo

“Le parole per dirlo” di M.Teresa De Camillis e Teresa Zaccarilello , Tav Editrice, è un libro double face ispirato all’approccio Montessori: colorata per i piccoli, con parole edificanti per i grandi.
Simona lo consiglia per spiegare a TUTTI i bambini (adottivi e non) e agli adulti cos’è l’adozione, quali sono le parole giuste da usare e quelle da scartare, e qual è l’atteggiamento migliore da avere quando si tratta di parlare con i bambini adottivi della loro storia.

Il bambino promesso

(Foto e commento di Alice Bigli)

“Ne ho letti davvero tanti di libri sull’adozione. Ho letto, anche per lavoro, libri che la raccontano ai bambini, alcuni ben fatti e altri no.
Ne ho letti per adolescenti ed è andata statisticamente meglio.
Ho letto i saggi, e anche qui ne ho trovati di migliori e peggiori, ma sono riuscita a spremere spesso dalle pagine gocce utili.
Poi ho letto quell’ampia (troppo?) categoria di “memoir” a metà tra la divulgazione e la narrazione e quelli mi hanno lasciato quasi tutti annoiata o insoddisfatta.
Non basta l’argomento a suscitare l’interesse o l’empatia. Non in me, per lo meno, che sono una lettrice forse prima di molte altre definizioni.
Quelle storie di singole famiglie presentate sulla pagina scritta finiscono quasi sempre per fare il contrario di ciò che dovrebbero: banalizzare e raccontare percorsi e scelte specifiche nelle quali non potevo rispecchiarmi fino in fondo. Questo perché mancavano di due ingredienti, il primo
è la complessità, che è in sintesi tutto ciò per cui mi interessano le storie scritte e il loro rappresentare la vita fino a farcela mettere a fuoco meglio che vivendola semplicemente nel quotidiano, il secondo è l’ambizione letteraria stessa. Solo la letteraura infatti raccontando una storia specifica e particolare dice qualcosa di universale.
Ecco, quel racconto della complessità psicologica, etica, filosofica e quell’ambizione letteraria che non avevo ancora trovato in una storia di adozione internazionale finalmente le ho trovate qui”.